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2009-10-23
La burocrazia costa 4.500 euro a cittadino
di Claudio Tucci
commenti - | Condividi 23 ottobre 2009
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In Italia, la burocrazia costa 4.500 euro a cittadino. Molto di più rispetto alla media europea, ferma a quota 3.300 euro. Senza considerare, poi, ritardi, lentezze e inefficienze che frenano lo sviluppo dell'apparato amministrativo (un'azienda dove lavorano oltre 3,5 milioni di persone), a discapito dei cittadini-utenti. Eppure, i margini di miglioramento ci sono: a parità di risorse investite, la pubblica amministrazione è in grado di recuperare dal 40% al 50% di produttività. A sottolinearlo l'annuale relazione sullo stato della Pubblica amministrazione, presentata al Parlamento, dal ministro "antifannulloni" Renato Brunetta. "I dipendenti pubblici - ha sottolineato il titolare di Palazzo Vidoni - possono diventare il motore della ripresa economica del nostro Paese". Sono lavoratori investiti di particolari doveri verso la collettività, in primo luogo perché a differenza di quelli del settore privato non rischiano né il licenziamento né la cassa integrazione.
Grazie al rinnovo del loro contratto, ha ricordato Brunetta, dall'inizio del 2009 ricevono in busta paga un aumento medio di 70 euro che, seppure modesto rispetto al passato, salvaguarda il loro potere di acquisto in un contesto economico difficile come quello che stiamo vivendo. "Non c'è bisogno - ha detto - di tagliare il numero dei dipendenti pubblici: occorre invece, ed è possibile, aumentare del 50% la loro efficienza nella produzione di beni e servizi, il 50% in più di giustizia e salute, il 50% di tempi in meno nell'espletamento delle pratiche burocratiche non sono traguardi irrealistici, se si predispongono gli strumenti giusti".
Un passo importante verso questi obiettivi è contenuto nella legge 133/2008, che punta a valorizzare il merito nel lavoro pubblico. Non più di un quarto dei dipendenti di ciascuna amministrazione, secondo le nuove norme, potrà beneficiare del trattamento accessorio nella misura massima prevista dal contratto, non più della metà potrà goderne in misura ridotta al 50%, mentre ai lavoratori meno meritevoli non sarà corrisposto alcun incentivo. La distribuzione tra le varie fasce potrà essere derogata dalla contrattazione collettiva integrativa entro, però, limiti predeterminati. Anche i dirigenti avranno più poteri e dovranno portare a casa risultati: in caso contrario, si vedranno intaccata la loro retribuzione accessoria, fino al 30 per cento.
Il rinnovo della Pubblica amministrazione passa, anche, per le misure finora intraprese. La relazione evidenzia come la casella elettronica del cittadino (Pec, posta elettronica certificata), la fatturazione elettronica, i pagamenti e l'accesso alle pratiche on line, per esempio, possano consentire risparmi di costi e di carta. Questi servizi saranno disponibili dal 2010 per tutti i cittadini, per 4 milioni di imprese e per 10mila amministrazioni pubbliche. L'obiettivo è puntare a un grande progetto di dematerializzazione e "sburocratizzazione" della Pa, con l'attivazione dei processi di gestione e archiviazione in formato digitale dei documenti e delle transazioni. Solo attraverso queste operazioni sarà possibile per lo Stato risparmiare qualcosa come 3 miliardi all'anno.
23 ottobre 2009
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